L’angolo dei lettori _ “Le furie” di Janet Hobhouse

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“Questo è un libro duro, crudele e bellissimo, il memoriale di un’autentica eroina, la cui lotta contro le calamità che l’assediavano – a cominciare dalle ferite inflitte da un padre gelido e distante e da una madre pateticamente incapace, per finire con il dolore di un matrimonio andato a rotoli, il suicidio della madre e la fatale malattia dell’autrice – fu sostenuta con enorme intelligenza e forza d’animo, e persino con grande stile” (dall’introduzione di Philip Roth).
Janet Hobhouse scrisse questo romanzo, intimamente autobiografico, quando già sapeva della malattia che l’avrebbe uccisa poco oltre i quarant’anni, e lo progettò come uno sguardo all’indietro su una vita ricca di amori e di sofferenze vissuti, sempre, ad occhi bene aperti. Al centro della storia, c’è un rapporto tra una madre (giovane, bellissima, fragile e amorevole) e una figlia (affascinata dalla mamma che adora e protettiva nei suoi confronti). A quel primo legame si aggiungono via via altri amori, estremi e dolcissimi: per la nonna, bizzarra e fantasiosa, fidanzata con un ragazzo dell’età della nipote; e per alcuni uomini. Il tutto culmina in una stagione finale di solitudine non meno densa e vitale delle epoche precedenti.

Incuriositi? Fateci sapere cosa ne pensate.

Janet Hobhouse (1948 – 1991) è stata una scrittrice, biografa ed editrice americana. Autrice di quattro romanzi, tra cui Le furie, pubblicato postumo, ha esordito con una biografia di Gertrude Stein, Everybody Who was Anybody. È stata redattrice di Art News e ha pubblicato una monografia sulla rappresentazione artistica del nudo femminile nel XX secolo. È morta all’età di 42 anni.

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